
L'infedele 2000
Liv UllmannL'infedeltà e Ingmar Bergman. Scene da un matrimonio che si ripetono ad ogni passo della carriera del regista. Il tradimento, l'adulterio, la menzogna fanno certamente parte della cultura scandinava - teatro, letteratura e cinema - come un fattore umano da cui è impossibile prescindere, qualcosa di dolorosamente ineluttabile che produce la distruzione della coppia e della famiglia, la sofferenza dei figli piccoli ma anche degli adulti e persino di coloro che ne sono artefici. In qualche modo è il peccato originale dell'uomo contemporaneo tra lbsen e, appunto, Bergman.
E' ancora il vecchio Ingmar, che ormai vive fuori dal mondo sulla sua isola di Faroe, a raccontarci questa stessa storia in una sceneggiatura ripresa da Liv Ullmann: la sua attrice, la sua donna ed ora la sua allieva.
Liv, come regista, ha già realizzato quattro film tra cui Confessioni private, un altro pezzo di autobiografia del maestro svedese, una riflessione
sull'adulterio.
Straordinari rispecchiamenti labirintici. Come in questo film, presentato a Cannes in concorso l'anno passato, dove un'attrice sui quaranta (Lena Endre: straordinaria) rievoca la storia di tradimento - quella del vecchio ma anche la sua, a quanto pare ascoltata da uno scrittore anziano e sofferente. Lui è Erland Josephson, attore bergmaniano per eccellenza: simulacro dello psicoanalista - regista, magari burattinaio di anime come il dio che ha creato l'amore e insieme la possibilità di violarlo nell'inganno, contraddicendosi e destinandoci al fallimento sentimentale.
E' una dolorosa, interminabile confessione quella della donna. Che ha tradito senza esserci davvero portata dalla passione, ma per una necessità intrinseca al rapporto, perché la felicità di cui godeva deve esserle sembrata insopportabile e poi, innescato il meccanismo, è diventato impossibile fermarlo. Marianna vive appagata con Markus, celebre direttore d'orchestra che è spesso lontano per lavoro; lei tuttavia non resta sola, ha sua figlia Isabelle, nove anni, e un sollecito amico di famiglia, David: la possibilità di fare l'amore con lui, un uomo dal passato burrascoso e irrisolto, per una sola volta, non sembra costituire un pericolo per un ménage tanto collaudato...
Su questa traccia L'infedele costruisce un pezzo di teatro d'attore che non può lasciare indifferenti.
Una partitura femminile che trova maggiore forza ed emozione nella voce solista della donna piuttosto che nei duetti o nei terzetti dove i ricordi si materializzano e il dramma da camera prende aria facendosi più concreto rispetto alla rarefazione assoluta del setting bergmaniano.
Un film arduo, impietoso, lungo, in certi momenti quasi insostenibile, eh e dalla psicologia porta alla morale e di qui alla riflessione (o alla protesta) metafisica.
REGIA: Liv Ullmann
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Ingmar Bergman
FOTOGRAFIA: Jorgen Perssor
MONTAGGIO: Sylvia lngermarsson
MUSICA: Gabro Pasztor
INTERPRETI: Lena Endre, Krister Henrikson, Thomas Hanzon, Erland Josephson
PRODUZIONE: SVT Drama
DISTRIBUZIONE: Mikado
ORIGINE: Svezia 2000
DURATA: 155'