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L'ultima lezione 2000

Fabio Rosi

Da dove partiamo, da Federico Caffè o da Roberto Herlitzka? Sono i due motivi d'interesse de L'ultima lezione, il bel film di Fabio Rosi che in questo scorcio di stagione riesce faticosamente ad uscire in alcune città italiane. Il grande economista Caffè è uno dei misteri di questa nostra Italia, il grande attore Herlitzka è più modestamente un mistero del nostro cinema. Nessuno potrà mai spiegarci perché questo genio della recitazione non abbia avuto, sullo schermo, i ruoli che avrebbe meritato. Per fortuna ci ha pensato il teatro, a rendergli giustizia. E' una sorta di feroce paradosso che Herlitzka debba interpretare la parte dello scomparso. Come molti ricorderanno, Federico Caffè uscì dalla sua casa di Montemario, a Roma, la mattina del 14 aprile 1987 e nessuno lo vide mai più. Il mistero della sua scomparsa non é mai stato risolto. Si pensò a un suicidio (era rimasto molto colpito dalla morte di Primo Levi) o ad un attentato terroristico (due anni prima le Br avevano ucciso il suo allievo più amato, Ezio Tarantelli), ma non mancarono ipotesi più fantasiose quali la scomparsa volontaria e la auto-clausura in convento. Caffè insegnava alla Sapienza, era uno dei più apprezzati economisti d'Italia ed europa. Rosi, per raccontarlo, sceglie la strada dell'inchiesta 'privata": quella che numerosi allievi portarono avanti per proprio conto, convinti che il professore non si fosse ucciso e che nella sua sparizione si nascondesse un nessaggio. Il messaggio c'era. E' lo stesso che oggi Rosi ci lancia con il suo film. E' un messaggio che, 14 anni dopo, si trasforma in un monito su ciò che l'Italia era (e sarebbe) diventata. Crediamo ci sia un cuore, narrativo e politico, ne L'ultima lezione: è la scena in cui gli allievi ascoltano la registrazione di un programma radiofonico in cui Caffè interloquisce con un ministro e difende lo stato sociale, la solidarietà, contro le mitologie del libero mercato. Quando il ministro (socialista? Comunque giovane, arrogante in giacca e cravatta) interrompe Caffè dicendogli professore, mi consenta è tutto chiaro. Ed è anche giusto che il nostro Virgilio, la nostra guida nell'inchiesta, sia il giovane Collalti, ex allievo di Caffè che l'ha "tradito" per lavorare alla Consob ma che in sottofinale, mentore del maestro, si licenzia per non avallare l'ingresso in Borsa di una società legata al citato ministro. In maniera lievemente didascalica, la "lezione" di Caffè è perfettamente enunciata: è quella dell'onestà, della moralità, della coerenza (Dio, che parole fuori moda!). Il film di Rosi non è un capolavoro: è sempre difficile raccontare i misteri d'Italia. Occorre trovare una chiave narrativa e stilistica fortissima, come riuscì ad un altro Rosi (Francesco) ne Il Caso Mattei o a Mario Martone in Morte di un matematico napoletano. L'ultima lezione non ha respiro metafisico né cadenze da thriller. E' una corretta sofferta ricostruzione. Ma è bene che esista. Se passa nel cinema sotto casa, dategli un'occhiata.

REGIA: Fabio Rosi
SOGGETTO: Stefano Marcocci, Fabio Rosi, Domenico Tomassetti liberamente ispirato al romanzo L'ultima lezione di Ermanno Rea
SCENEGGIATURA: Stefano Marcocci, Fabio Rosi, Domenico Tomassetti, Salvatore De Mola, Gianni Mastrangelo, Massimo Martella
FOTOGRAFIA: Werther Germondari
MONTAGGIO: Alessandro Corradi,
MUSICA: Matilda Mothers Project
INTERPRETI: Roberto Herlitzka, Ignazio, Oliva, Chiara Conti, Luciano Federico, Paolo De Vita, Paolo Sassanelli
PRODUZIONE: Riverfilm
ORIGINE: Italia 2000
DISTRIBUZIONE: Lantia Cinema & Audiovisivi
DURATA: 90