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Due come noi, non dei migliori 1999

Stefano Grossi

Yusuf e Ivana non si conoscono, hanno storie diverse, sono diversi per nazionalità, età e cultura, eppure in qualche modo sono simili. Yusuf è un vetraio tunisino emigrato a Roma, dove lavora come lavapiatti in un ristorante sul Tevere. E' un uomo silenzioso e semplice, che crede nel cristallo e nella trasparenza della luce, e desidera soltanto ritornare a casa e aprire una vetreria. Ivana è una ex insegnante di lingue, ha abbandonato la scuola pér sfiducia e lavora come traduttrice, rintanata nella sua casa sulla Casilina Vecchia, in perfetta solitudine. Il suo problema è quello di capire come stare al mondo, dal momento che il mondo così com'è non le sta bene. Ciò che rende simili Yusuf e Ivana è quel quid minuscolo che sfugge ad ogni definizione e che entrambi considerano fondamentale, al di là delle apparenze e delle violenze della vita quotidiana: il vivo , il non visibile, il reale.

Regia Stefano Grossi
Soggetto Tiziana Colusso, Daria Deflorian, Stefano Grossi
Sceneggiatura Stefano Grossi
Fotografia Marcello Montarsi
Montaggio Graziana Quintalti
Musica Francesco De Luca, Alessandro Forti
Scenografia Paola Bizzarri
Costumi Chiara Fabbri
Interpreti I episodio: Marcello Sambati (Yusuf), Adel Bakri (Ahmed), II episodio: Stefania Orsola Garello (Ivana), Simona Caramelli (Lea) e inoltre Stefano Abbaii (maresciallo), Giorgio Colangeli (2° poliziotto), Dario D'Ambrosi (uomo al telefono), Milutin Dapcevic (ladro), Daria Deflorian (impiegata), Paolo Giovannucci (primo fratello), Nisrine Hassak (Saida), Khadi Ja Lahman (Mouna), Ivan Lucarelli (secondo fratello), Giuliana Majocchi (danzatrice), Gemma Marigliani (Rosa), Mario Patané (barista), Giorgio Podo (Cristiano), Massimo Poggio (1° poliziotto)
Produttore Laura Cafiero
Produzione Metafilm
Distribuzione Istituto Luce
Origine Italia, 1998 Colore, 109', 35 mm.

Stefano Grossi
Nato a Milano nel 1963, si laurea in Storia del pensiero scientifico nell'età moderna all'Università di Genova, dove rimarrà come assistente. E' in questa sede che tiene seminari sul cinema documentario d'autore degli anni sessanta e settanta, sulle poetiche cinematografiche di Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman. Nel 1990 pubblica il saggio La memoria è un lungo fiume indiano, all'interno del volume Duras, man amour, edito da Marcos y Marcos. Nel 1993 realizza La strada del sale, suo primo corto in pellicola. Nel 1996 si dedica al programma televisivo RAI Videosapere Voci lontane sempre presenti, videolettere, 30 puntate di cui una - la videolettera di Giaime Pintor al fratello Luigi, 23 novembre 1943 - sarà presentata alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 1998 collabora all'ideazione del programma RAI Educational Enciclopedia audiovisiva della storia sociale italiana, basato sugli archivi documentaristici cinematografici italiani. Il suo primo lungometraggio, Due come noi, non dei migliori, è stato presentato all'ultima edizione del Festival di Locarno.