img

L'opera al Cinema
Palazzo della Cultura 29 novembre ore 20.30

Ad accompagnare le immagini in bianco e nero l’Orchestra dell’Associazione Musicale Taorminese

Un progetto realizzato in collaborazione con l’Associazione Musicale Vincenzo Bellini la presentazione di film opera del periodo del muto. Due rarità, Cavalleria rusticana del 1916 di Ugo falena e La Norma di Gerolamo Lo Savio del 1915. Ad accompagnare le immagini in bianco e nero l’Orchestra dell’Associazione Musicale Taorminese in una produzione esclusiva appositamente realizzata per il Messina Film Festival-Cinema&Opera


Cavalleria rusticana Regia: Ugo Falena Soggetto: Giovanni Verga Sceneggiatura: Ugo Falena Fotografia: Giorgino Ricci Interpreti: Gemma Stagno Bellincioni (Santuzza), Bianca Virginia Camagni (Lola) Luigi Serventi (Turiddu), Gioacchino Grassi (Alfio), Vittorio Pieri (zio Brasi), Lea Campioni (gnà Nunzia) Produzione: Tespi Film Origine: Italia Anno: 1916 Durata: B/N 1366 m. 50’

Una delle due Cavalleria Rusticana del cinema muto italiano girate nel 1916, insieme a quella firmata da Ubaldo Maria Del Colle. Questa riduzione della novella verghiana del 1880, ambientata vent’anni prima al tempo dello sbarco garibaldino, è firmata da Ugo Falena, personalità versatile, che iniziò come autore teatrale ma fu anche commediografo dialettale, curatore di un libretto d’opera, e critico teatrale per alcuni giornali. Falena fu un protagonista della cinematografia nazionale dal 1909, anno in cui fu nominato Direttore Artistico della filiale italiana della storica Pathé, sino al 1924, anno della sua ultima regia. Diresse settanta film muti, diversi soggetti storici (Otello, Beatrice Cenci, Salomè, Guglielmo Tell) copioni meritoriamente quasi tutti scritti in proprio (La colpa di Giovanna fu il primo di cinque film girati soltanto nel 1914, anno d’oro della sua carriera). Cavalleria rusticana è una delle prime produzioni della sua Tespi Film. Protagonista è la soprano Gemma Bellincioni, che aveva incarnato Santuzza alla prima dell’opera di Mascagni accanto al marito, il tenore Roberto Stagno nel ruolo di Turiddu che nel film è impersonato da Luigi Serbenti. La Bellincioni divenne una attrice molto stimata, presente in diversi film della Tespi diretti da Falena, si dedicò anche alla regia cinematografica e alla produzione fondando la Biancagemma, sino alla crisi del cinema italiano alla fine del 1920


La Norma Regia: Gerolamo Lo Savio Soggetto: dall’opera lirica omonima (1831) di Vincenzo Bellini (musica) e Felice Romani (libretto) Interpreti: Rina Aragozzini Alessio (Norma), Bianca Lorenzoni (la sacerdotessa Adalgisa), Alfredo Robert (il proconsole Pollione) Produzione: Film D’Arte Italiana Origine: Italia B/N Anno: 1911 Durata: 10′

Il proconsole Pollione, invaghitosi di Adalgisa, sacerdotessa di Irminsul, abbandona Norma, figlia del capo dei Druidi, con la quale ha da tempo una elazione segreta. Adalgisa confessa a Norma di essersi innamorata e le chiede di essere sciolta dai voti. Ma quando Norma viene a sapere che si tratta di Pollione, in preda alla gelosia rivela la propria colpa e quella di Pollione. Quest’ultimo e Norma sanno bene qual è la punizione che li attende e, uniti nel pensiero della morte, coraggiosamente salgono insieme sulla pira preparata dai sacerdoti.