
KOPPIA 1997
Michele FasanoDue attori, compagni nella vita, chiusi nel loro appartamento, presi in una accesa discussione, provano un copione, i cui personaggi sono a loro volta una coppia di attori. I dialoghi del copione e quelli della loro relazione si assomigliano fino a confondersi.
I due stanno per girare la scena di un film , che verrà realizzato in un teatrino barocco di provincia. Allo scenario dell'appartamento si alterna quello del set, il teatro dove i due attendono l'inizio delle riprese.
Il montaggio alternato di vita e finzione si fa sempre più fitto, la realtà e la sua rappresentazione si intrecciano e si confondono. Alla fine del film si scopre che l'appartamento, dove abbiamo imparato a conoscere i due protagonisti nella loro privacy, non è mai esistito: era solo la scenografia del set durante le riprese, la parte di film già girata, Scopriamo che tutto quel che si è visto è la ricostruzione soggettiva della relazione che lega i protagonisti; ricostruzione fatta da entrambi, durante un viaggio in automobile, stimolati dal copione che hanno interpretato.
Ho deciso di realizzare questo film dopo aver visto Koppia a teatro. Allora mi accorsi che i dialoghi coinvolgevano tutto il pubblico. Gli spettatori cercavano una spiegazione alle proprie difficoltà di relazione. Trovavano divertente il testo, perché appariva "vero". Evidentemente era diffusa, molto più di quanto potessi immaginare, un'esperienza della relazione amorosa basata sul conflitto. A prescindere dalle circostanze esistenziali di ciascuno, quello era il dato ricorrente. Lo individuai come asse attorno al quale far girare l'intero film. In esso non si racconta una vicenda legata a determinate cause e relative conseguenze. Tutto, invece, si regge su pure dinamiche di relazione senza contenuti esistenziali. In gioco è la "forma" stessa del dialogo. Lo spettatore riempie quella "forma vuota" con i contenuti della propria esperienza personale, a volte consapevole, a volte rimossa. E per questo che il dialogo attrae e disturba allo stesso tempo. Per lo stesso motivo la recitazione degli attori corre sul filo tra naturalità e teatralità.
Regia Michele Fasano
Soggetto liberamente tratto dall'omonimo testo teatrale di Mario Giorgi
Sceneggiatura Pier Luigi Basso, Michele Fasano
Fotografia Massimiliano Gatti
Montaggio Michele Fasano
Musica Guido De Gaetano
Suono Sandro Broggini
Scene Sebastiana Costa
Costumi Betta Muner
Interpreti Elena Bucci, Marco Sgrosso
ProduzioneMichele Fasano
Origine Italia, 1997 (colore, 93', 16mm. gonfiato in 35mm)
Michele Fasano
Nato nel 1965 a Gioia del Colle, in provincia di Bari, si iscrive al D.A.M.S. di Bologna dove si laurea con un lavoro su La poetica di Andrej Tarkovskij. Negli anni successivi frequenta seminari di sceneggiatura condotti da Suso Cecchi D'Amico e Tonino Guerra. Nel 1992 scrive, dirige e produce il suo primo cortometraggio, La regola del sonno, in concorso a Riminicinema '92 e al Festival di Locarno '95, nella sezione Pardi di domani. E' allievo di Fernando Solanas e Abbas Kiarostami negli stage di regia che i due maestri tengono rispettivamente a Bologna e Palermo nel 1996. Koppia è il suo primo lungometraggio.
Filmografia
1992 La regola del sonno (cm.)
1994 Re Tarlo (per non morire), (mm. video)
1997 Koppia